Violenza di genere: a che punto siamo?

Al centro di recenti ricerche l’aumento dei tassi di violenza sulle donne e le motivazioni addotte 


La risposta in una ricerca Ipsos realizzata in collaborazione con Hella Network e WeWorld: un prezioso osservatorio che racconta i numeri della discriminazione, delle micro-aggressioni e della violenza sulle donne nella vita privata e professionale. Secondo quanto emerge dai dati, negli ultimi anni è cresciuto in modo importante il tasso di femminicidi compiuti da persone vicine alla vittima. Se nei casi di omicidio che vedono vittima un uomo oltre la metà dei responsabili risulta essere sconosciuto, quando la vittima è una donna il responsabile è al 50% il partner, e a scendere un parente o un ex partner.

Anche senza arrivare al caso estremo dell’omicidio, però, l’indagine porta l’attenzione su tutta una serie di violenze subite dalle vittime e registrate dal 1522 attraverso le chiamate ricevute, che vanno dalle minacce alla violenza psicologica, dando le misure di una problematica che investe la società con sempre più gravità. Al di là dei dati sui reati, che pure risultano allarmanti, è interessante l’approfondimento che viene fatto sulle motivazioni addotte, cartina al tornasole dello stato in Italia riguardo alle questioni di genere. Tra gli intervistati, infatti, sono prevalenti le motivazioni che tendono a deresponsabilizzare gli uomini, sottolineando come invece la violenza nasca spesso in seguito a comportamenti esasperanti delle donne oppure troppo provocanti.

Non è un caso che tra le cause della violenza sulle donne, la percentuale maggiore riporti il condizionamento della cultura patriarcale e maschilista, per le donne, e il fatto che gli uomini non sappiano accettare delusioni e fallimenti, per la popolazione maschile che ha risposto alla ricerca. 

Al netto di diverse motivazioni e cause addotte, ciò che emerge è quanto la cultura patriarcale sia radicata nell’immaginario comune, tanto nella popolazione maschile tanto in quella femminile, che infatti per il 20% crede che le donne si prendano troppe libertà o che provochino gli uomini fino a scatenarne la violenza. Ciò su cui si deve intervenire è, a monte, la cultura maschilista che giustifica determinate azioni o ne sminuisce il peso, anziché condannarle, contribuendo a una narrazione deleteria e ingiusta per tutti, uomini e donne. 

 

Fonte: Dati Ipsos in collaborazione con Hella Network e WeWorld